Il teatro è perfettamente inutile, anzi, è di una inutilità che raggiunge la perfezione, una perfezione di forma e di contenuti come solo la bellezza è capace di trasmettere. E’ cercare di dare un senso alla presenza di un’opera d’arte, di un quadro, di una formula matematica, ad un verso di una poesia, alla delicatezza di un gesto, di un colpo d’archetto, all’eleganza di un passo. Bene, mettete tutte queste cose insieme e avrete il teatro, non il suo perché, una risposta in forma d’uomo senza una domanda precisa, la visione di una persona nella sua interezza, a tutto tondo, inscritta in un cerchio, che diventa sempre più piccolo, sempre più piccolo, fino a diventare il fuoco in cui convergono tutti i suoi raggi; l’atto che riassume tutti i gesti, lo spazio che contiene tutte le dimensioni; la scatola aperta da un lato che mostra la vita.
Ecco perché è perfettamente inutile fare teatro, ma assolutamente necessario, soprattutto a scuola, dove il bambino (che recita la parte dell’alunno) scruta tutti i volti del sapere e i risvolti della conoscenza, per gran parte del tempo della sua prima esistenza, dove incontra persone, idee, sperimenta i primi gesti, le prime espressioni, mette in campo tutte le sue emozioni e il teatro è pronto ad accoglierle, come una specie di disciplina che gioca con tutte le regole del mondo fino a metterle completamente in discussione e cambiarle, se necessario, capovolgerle insieme al mondo, per guardarlo da una nuova prospettiva; è il gioco dei giochi, il far finta di, lo scambio delle parti, stuzzicate, scucite e riadattate a un nuovo ruolo, lo spazio del proprio corpo, che muta pelle, l’assottiglia nell’aderente allo spirito, tanto che sulla scena l’attore sparisce, muore, diventa un fantasma, un’illusione, una proiezione, una nuova possibilità d’essere che può esistere, per rinascere e rivivere.
Il teatro è il gioco che non esclude nessuno, il sapere condiviso in cui tutti trovano posto, il laboratorio della sperimentazione delle sperimentazioni, lo spazio in cui la vita non si prende troppo sul serio, lo specchio di tutte le riflessioni, l’aria che tutti respirano, per continuare a giocare ancora.
Giuseppe Valzania
Referente “Progetto teatro”
Istituto Comprensivo Gambettola
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